Incident Response: strategie per gestire l’impatto di attacchi informatici

Data: 1 Aprile 2025

La sicurezza informatica è un tema complesso, fatto di molteplici elementi. Tra questi, la capacità di reagire efficacemente a un attacco è fondamentale. Anche le migliori strategie di prevenzione, infatti, non possono garantire una protezione al 100%: prima o poi un attacco ci sarà e bisognerà farsi trovare pronti. La rapidità e l’efficacia di risposta fanno la differenza tra un evento dall’impatto minimo e una crisi con importanti conseguenze economiche, reputazionali e di compliance.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio tutti gli aspetti fondamentali dell’Incident Response, dalle strategie di preparazione alle tecnologie a supporto, per comprendere come affrontare e mitigare al meglio le minacce cyber.

 

Cos’è l’incident response e perché è essenziale

L’Incident Response (IR) è l’insieme di processi, strumenti e metodologie adottati per rilevare e gestire un incidente di sicurezza informatica nel modo più efficace possibile, con l’obiettivo di annullarne o ridurne al minimo le conseguenze. Questo include, per esempio, il blocco delle minacce in corso, l’implementazione di misure per mitigarne l’impatto, una comunicazione tempestiva verso le parti interessate e il ripristino delle operazioni.

 

I vantaggi di avere un piano di risposta agli incidenti

L’Incident Response è una delle componenti della cybersecurity moderna, ma a causa della sua complessità, è spesso un punto critico anche per le aziende più strutturate. Tuttavia, le normative più recenti, come la NIS 2, impongono esplicitamente lo sviluppo e l’implementazione di piani di risposta agli incidenti, rendendoli un requisito obbligatorio. Nel complesso, i benefici sono significativi:

  • Conformità normativa. Come detto, normative come il GDPR e il NIS2 richiedono capacità di incident e di segnalazione tempestiva degli incidenti;
  • Minimizzazione dei danni. Rispondere rapidamente significa limitare l’impatto dell’attacco sull’infrastruttura, sulle applicazioni e sui dati;
  • Tutela della reputazione: una gestione trasparente e professionale dell’incidente dimostra affidabilità, mitigando il danno d’immagine.

 

Il piano di risposta agli incidenti: cos’è e le fasi chiave

Di cosa si compone, in pratica, l’incident response? In primis, di una programmazione strategica di risposta agli incidenti, che confluisce nel piano di incident response, ovvero un documento che definisce come gli incidenti vadano gestiti toccando tematiche chiave come i processi, i ruoli e le responsabilità, nonché gli strumenti e le tecnologie.

Per costruire un piano efficace, le aziende devono analizzare la propria infrastruttura IT, identificare i potenziali scenari di attacco e definire strategie e procedure di risposta su misura, testandole e aggiornandole in risposta all’evoluzione delle minacce. Le aziende non partono da zero: esistono infatti diversi framework di riferimento che suddividono il processo fasi chiave.

 

Fase di preparazione: costruire le basi giuste

La preparazione determina la capacità dell’azienda di gestire un attacco in modo efficace. In questa fase l’azienda identifica le proprie vulnerabilità, i rischi e le minacce cui è soggetta. Solitamente, si effettua un’attività di modellazione delle minacce (threat modeling) per identificare le priorità di intervento e, come anticipato, viene creato il plan che rappresenta il punto di riferimento strategico e operativo per la risposta ai cyber attack.

 

Identificazione e analisi dell’attacco

La seconda fase consiste nell’implementare processi e strumenti per individuare e analizzare tempestivamente un potenziale attacco, garantendo una risposta rapida ed efficace. Il monitoraggio continuo dei sistemi è fondamentale sia in relazione agli attacchi in corso (indicatori di attacco) sia a possibili minacce future (vettori di attacco). Una volta identificato l’attacco, vengono attivate procedure di analisi per determinarne la natura, l’estensione e l’impatto, valutando al contempo la possibilità che sia un falso positivo.

 

Contenimento e mitigazione dei danni

Confermato l’incidente, vanno attivate procedure di remediation e/o di mitigazione del danno. Il contenimento, che dipende dalla tipologia e dalla gravità dell’attacco, comprende misure come l’isolamento dei sistemi compromessi o la disconnessione di asset critici, mentre la mitigazione comprende attività come l’applicazione di patch di emergenza, la revoca di credenziali compromesse e l’aggiornamento delle configurazioni di sicurezza. L’obiettivo è ridurre al minimo i disservizi e preservare l’integrità dei dati.

 

Eliminazione e recupero post-incidente

Una volta contenuti i danni, l’obiettivo diventa quello di eradicare completamente la minaccia, ad esempio eliminando i malware e risolvendo le vulnerabilità sfruttate dagli attaccanti. Si ripristinano i sistemi e inizia la fase di analisi approfondita, il cui fine è prevenire attacchi futuri.

 

Lezioni apprese

Eseguire revisioni post-incidente per identificare aree di miglioramento e documentare cosa è andato bene e cosa potrebbe essere migliorato per le risposte future.
Aggiornare policy, procedure, piani di comunicazione e tecnologie in base alle informazioni acquisite.

 

Tecnologia e strumenti per supportare l’incident response

La sicurezza informatica necessità di un supporto tecnologico adeguato, sia in chiave preventiva che di risposta alle minacce esistenti.

 

Utilizzo di soluzioni SIEM, SOAR e XDR

I Security Information and Event Management (SIEM) sono tra i principali strumenti utilizzati per il monitoraggio in tempo reale dei sistemi IT, con l’obiettivo di rilevare attività sospette, anomalie o segnali che potrebbero indicare un attacco in corso.

L’ aggiunta di una piattaforma Security Orchestration, Automation and Response (SOAR), permette di automatizzare la risposta alle minacce identificate.

Avere a disposizione un Extended Detection & Response (XDR) permette di aggiungere telemetrie utili al fine delle analisi, e di fornire al contempo la possibilità di interrompere un attacco preservando l’ infrastruttura IT da impatti estremi.

Non meno importanti risultano essere altre tecnologie come i sistemi di gestione delle vulnerabilità e gli strumenti di threat intelligence, utilizzati per anticipare potenziali attacchi, rafforzando la security posture complessiva.

 

Soluzioni di continuità del business

Nella fase di recupero post-incidente scendono in campo soluzioni di backup (solitamente, in cloud) e di disaster recovery (DR), il cui obiettivo è garantire che, anche in caso di attacchi gravi, i dati possano essere recuperati e i sistemi ripristinati in modo rapido e sicuro.

 

Il ruolo chiave del C-SOC nella risposta agli incidenti

Il C-SOC (Cyber Security Operations Center) gioca un ruolo chiave nella risposta agli incidenti di sicurezza informatica, poiché grazie alla sinergia fra elevate competenze e strumenti tecnologici, accentra tutte le operazioni di sicurezza, comprese quelle di reazione agli incidenti. Il C-SOC è la struttura responsabile per la rilevazione immediata di attività sospette e opera in modo sinergico con gli altri team aziendali interessati, garantendo una risposta a 360 gradi alle minacce esistenti e a quelle future.