Come Tubiflex ha modernizzato l’ambiente di lavoro grazie a WeAreProject e Cisco Meraki

La transizione digitale, come è ormai noto, richiede un equilibrio fra soluzioni tecnologiche, modalità di adozione e gestione dell’esperienza lavorativa. Un equilibrio che Tubiflex ha cercato in occasione della costruzione della nuova sede e che ha trovato grazie alla modernizzazione della propria infrastruttura IT. Grazie alla progettualità voluta da Roberta Parena, responsabile HR & IT di Tubiflex, infatti, WeAreProject ha potuto pensare a un progetto di modernizzazione su larga scala, che oggi permette all’azienda sia di essere all’avanguardia sotto il profilo tecnico, sia di potersi definire un ambiente di lavoro moderno.

La necessità di modernizzazione

“La spinta iniziale per questo cambiamento è stata durante il periodo della pandemia del 2020 – spiega Roberta Parena – la necessità di attivare per brevi periodi modalità di lavoro remoto e agile ha evidenziato i limiti della nostra infrastruttura di allora”. Per esempio, le postazioni di lavoro non erano dotate di collegamento a Internet, la maggior parte dei computer presenti in azienda erano desktop e gli indirizzi di posta elettronica utilizzati erano condivisi e non nominali. Il sistema presente era senza dubbio molto gestibile dal punto di vista organizzativo e della sicurezza, ma difettava dell’agilità e della flessibilità necessarie per modalità di lavoro più moderne.

“Inoltre, all’interno dell’azienda c’era in corso anche un passaggio generazionale, con nuovi colleghi in ingresso che avrebbero senza dubbio saputo avvantaggiarsi di queste nuove tecnologie” spiega Roberta Parena. Passaggio generazionale rappresentato perfettamente dal reparto IT, con Massimo Martelli, storico referente, che avrebbe presto ceduto le redini a Davide Borio.

Un nuovo stabilimento e una nuova infrastruttura

In vista della costruzione del nuovo stabilimento alle porte di Torino, si è prospettata per Project Informatica, società capogruppo di WeAreProject, e Tubiflex l’opportunità perfetta: il nuovo stabilimento da 18.000 metri quadri sarebbe stato interamente coperto da rete Wireless, con la possibilità per gli operatori, dotati di laptop aziendali, di lavorare sia dalla propria scrivania sia dalle numerose postazioni flessibili presenti nelle diverse aree, comprese le zone di produzione. “volevamo che le persone, svincolate dalla logica della postazione fissa, potessero lavorare in modo più funzionale, flessibile e perché no anche comodo, abbattendo le distanze e le barriere comunicative fra i reparti” spiega Roberta Parena.

Il progetto di modernizzazione, tuttavia, non riguardava solo la copertura wireless, che pure era da sola una sfida interessante. Lo spiega Davide Borio, oggi IT System Specialist di Tubiflex: “L’azienda aveva necessità di un nuovo ERP più avanzato, ma anche di un nuovo sistema di backup che sostituisse le vecchie copie manuali su nastro. L’aumento degli endpoint, degli utenti e degli account di mail ha inoltre richiesto di ripensare gli strumenti e le policy di gestione, tutti obiettivi che abbiamo raggiunto con il supporto e la consulenza di Project Informatica”.

Tubiflex oggi: un’azienda moderna, non solo tecnicamente

L’infrastruttura di rete, basata su Cisco Meraki, è una combinazione di diversi apparati cablati, principalmente switch MS355 e MS250 e access point wireless MR46E e MR44 e MR86 per utilizzo in outdoor. La parte di routing è affidata a diversi Cisco Catalyst 9500, dispositivo noto per la sua affidabilità. La rete aziendale ora offre una copertura totale per il personale e una rete guest per ospiti e collaboratori. La dashboard Cloud di Cisco Meraki ha semplificato considerevolmente la gestione dell’infrastruttura, così come l’adozione di Veeam per i backup ha eliminato il bisogno di farli manualmente. Inoltre, i backup sono ridondati in Cloud, come da best practices.

Ma è soprattutto sotto il profilo dell’esperienza di lavoro che Tubiflex ha trovato la soluzione ideale. “le postazioni moderne e flessibili e la copertura Wi-Fi permettono alle persone di lavorare ovunque, anche in spazi meno convenzionali; abbiamo potuto ridurre la distanza relazionale fra uffici e produzione e, come nota di colore, abbiamo attrezzato il tetto dello stabilimento come area di lavoro outdoor per chi desidera lavorare in un contesto diverso” conclude Roberta Parena.

La prima fase del progetto ha avuto una conclusione positiva anche sotto il profilo umano. La racconta Roberta Parena: “Tubiflex desidera anche ringraziare Massimo Martelli e Marcella Angelini, si sono spesi senza risparmiarsi per la creazione del nuovo stabilimento: un lascito per le nuove generazioni di lavoratori Tubiflex che denota la loro passione per questa azienda”.

 

Da sinistra: Davide Borio, Roberta Parena, Marcella Angelini e Massimo Martelli