Conformità alla NIS2: passi concreti per proteggere le aziende

Data: 18 Dicembre 2024

La direttiva NIS2, entrata in vigore in Italia il 16 ottobre, costituisce un importante cambiamento nell’approccio alla cybersecurity aziendali: impone, fra l’altro, standard più elevati per la protezione di infrastrutture critiche e dati sensibili. Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di un insieme di obblighi rigidi, dal momento che non si tratta di una norma dispositiva, ma di un insieme di indicazioni e di obiettivi di protezione che le aziende devono ottenere. In altre parole, la NIS2 offre linee guida che le aziende possono interpretare in modo consapevole per raggiungere la conformità.

 

Un approccio strategico alla NIS2: oltre la conformità, verso la resilienza

Se è vero che diverse aziende si trovano in difficoltà, è anche vero che non tutte si sono trovate impreparate di fronte alle indicazioni della Direttiva. Molte aziende, infatti, sono già vicine alla conformità: si tratta di quelle che hanno adottato buone pratiche di cybersecurity nel corso degli anni. Gli esperti, infatti, sono concordi nel registrare che i requisiti della NIS2 si basano su principi di sicurezza consolidati nel tempo: chi li ha implementati in passato risulta già allineato.

L’obiettivo principale della direttiva non è quello di imporre o forzare l’utilizzo di specifici strumenti, framework o procedure. È, invece, quello di promuovere una protezione basata su un approccio collaborativo e sulla condivisione delle informazioni. Questo paradigma favorisce una maggiore resilienza aziendale, elemento fondamentale in un panorama di minacce sempre più complesso, che tuttavia incontra alcune resistenze in particolare per quanto riguarda l’obbligo di disclosure, del quale parleremo nel paragrafo successivo.

 

Obblighi principali e sfide operative della NIS2

Raggiungere la conformità alla NIS2, insomma, non è una “missione impossibile”, soprattutto per le realtà che hanno già compreso negli anni il valore dei propri dati e l’importanza di metterli al sicuro. Ci sono, però, due aspetti che sembrano essere particolarmente complessi da affrontare per le realtà italiane:

  • Dichiarazione degli incidenti: le aziende devono notificare gli incidenti di sicurezza entro un massimo di 72 ore. Questo richiede sia un’analisi tempestiva delle minacce sia la capacità di comunicare le informazioni con trasparenza e precisione.
  • Responsabilità condivisa: la sicurezza esce dai confini di responsabilità esclusiva del reparto IT. La direttiva coinvolge direttamente il management. Per esempio, attribuisce corresponsabilità alle figure apicali come i CEO e richiede che anche queste seguano una formazione specifica. Un cambiamento significativo che integra la sicurezza informatica nella strategia e nella cultura aziendali.

Si tratta dei due aspetti che, al momento, hanno messo maggiormente in difficoltà le aziende italiane, sia per ragioni organizzative e di opportunità, sia per ragioni che potremmo definire culturali: occorre, insomma, principalmente un buon change management ancora prima delle soluzioni tecniche.

 

Strumenti e buone pratiche per raggiungere la conformità

Un punto di partenza essenziale per raggiungere la conformità è capitalizzare sulle risorse e strutture esistenti e sulle attività di sicurezza già messe in pratica in passato. Le aziende certificate ISO/IEC 27001, per esempio, sono già prossime alla conformità NIS2 e necessitano solo di adeguamenti minimi. Per le altre, i framework più noti e consolidati sono un ottimo punto di partenza.

La formazione continua è altrettanto importante. Sensibilizzare il personale su aspetti chiave come la protezione dei dati e la gestione degli incidenti è indispensabile per costruire una cultura aziendale orientata alla sicurezza.

 

La NIS2 è un’opportunità per modernizzare la protezione

La conformità alla NIS2, oltre ad essere un obbligo normativo, può trasformarsi in opportunità per migliorare sicurezza e resilienza aziendali. Le aziende che hanno già compreso il valore dei propri asset, come abbiamo visto, sono già ben avviate verso la conformità, anche senza aver intrapreso un vero e proprio percorso di adeguamento. Ricordiamo, infine, che adottare le misure richieste dalla NIS2 significa solo superficialmente evitare sanzioni e controlli. Il significato reale è soprattutto mettere in sicurezza la continuità operativa e rafforzare la propria posizione in un ecosistema sempre più connesso e vulnerabile.