Open source, così ANIMA Sgr mette l'AI (anche) al servizio del business
Sfruttare la filosofia open source e l’agilità di un’architettura a microservizi per estendere le capacità computazionali della propria infrastruttura IT e abilitare nuovi strumenti di AI, da mettere al servizio del business.
È quello che sta tentando di fare, con un approccio realmente disruptive, ANIMA Sgr. Maggior Gruppo indipendente nel mercato italiano nel risparmio gestito, ANIMA amministra un patrimonio complessivo di circa 192 miliardi di euro (al 31/12/2023). Un settore all’interno del quale allargare la propria quota di mercato e generare maggiore valore per i clienti e per l’organizzazione significa operare un costante rinnovamento dei prodotti e dei servizi offerti. Il che a sua volta vuol dire ottimizzare continuamente i processi operativi sottostanti, alla ricerca di un time to market sempre all’avanguardia.
Proprio per affrontare la crescente complessità di un comparto sempre più competitivo, ANIMA sta puntando sullo sviluppo di nuove logiche di automazione dei processi basate su machine learning e intelligenza artificiale, tecnologie finora utilizzate dal gruppo prevalentemente per costruire modelli previsionali applicati al mercato finanziario.
Un nuovo progetto nel segno dell’open source
“Per noi, è centrale il tema dell’integrazione dell’offerta. Ecco perché, nell’ottica di sostenere lo sviluppo della corporate attraverso le tecnologie di intelligenza artificiale, abbiamo deciso di accelerare l’implementazione dello stack tecnologico a disposizione delle nostre risorse”, spiega Francesco Betti, Chief Operating Officer di ANIMA Sgr. In particolare, ANIMA ha avviato un progetto a sei mani con Red Hat, specialista delle soluzioni open source, e con Extraordy (Premier Training & Business Partner di Red Hat facente parte dell’ecosistema WeAreProject) che porterà a implementare sulla platform as-a-service OpenShift il modulo di intelligenza artificiale e machine learning OpenShift Data Science.
La soluzione open hybrid è studiata per aiutare le imprese a sviluppare e testare modelli di machine learning nel cloud pubblico prima di renderli fruibili in produzione. Questo semplifica la raccolta di informazioni dettagliate a partire dai dataset aziendali e supporta data scientist e developer nella creazione di applicazioni in grado di liberare tutto il potenziale dell’AI, fornendo strumenti per sviluppare, addestrare, servire e monitorare rapidamente i modelli di machine learning all’interno dei vari ambienti.
OpenShift Data Science: i risultati attesi dalla sua adozione
“La soluzione ci permetterà di soddisfare due specifiche esigenze”, spiega Betti. “La prima è di natura prettamente computazionale: da circa tre anni in ANIMA opera un team incaricato di sviluppare gli algoritmi di AI che costituiscono il nucleo delle applicazioni dedicate all’analisi dei dati finanziari e al supporto decisionale per le consulenze sulle operazioni di investimento. I nostri specialisti hanno bisogno non solo di basi dati solide e aggiornate, ma anche per l’appunto di capacità di calcolo ottimizzate in funzione della componente infrastrutturale. Openshift Data Science ci darà il primo boost per sprigionare maggiore potenza in tal senso”.
C’è poi la necessità – ed è questa la parte del progetto a più alto tasso di innovazione – di dare vita a una piattaforma open source unificata sulla quale potranno poi confluire nuovi use case basati sull’AI. “Penso soprattutto alla costruzione di applicativi che ci consentiranno di incrementare la produttività dei processi antifrode, migliorando anche le attività di backoffice e di riconciliazione”, continua Betti. “L’obiettivo è quello di sfruttare le enormi moli di dati di cui l’azienda è già in possesso. Opportunamente elaborati, questi input potranno descrivere in modo accurato i comportamenti dei clienti, degli utenti, dei processi e dei sistemi, aumentando la conoscenza della catena del valore. Gli insight ottenuti ci permetteranno di identificare pattern che attualmente non siamo in grado di riconoscere, aiutandoci a ridurre rischi operativi e costi”.
Open source: verso la realizzazione di un caso d’uso realmente disruptive
Il progetto, avviato lo scorso autunno, è stato giudicato talmente innovativo da spingere la stessa Red Hat a prendervi parte direttamente, mettendo a disposizione di ANIMA Sgr e di Extraordy il proprio laboratorio di sviluppo e risorse ad hoc, tra cui il suo migliore specialista della materia a livello globale.
“Quando arriveremo al roll out della soluzione, previsto per la seconda metà del 2024, i data scientist di ANIMA saranno in grado di lavorare su alcune componenti di business astraendo gli insight direttamente dalla piattaforma OpenShift, il che rappresenta una novità assoluta”, precisa Gaetano La Rosa, CEO di Extraordy. “Ecco perché Red Hat ha scelto di entrare in gioco: se l’esperienza produrrà, come tutti pensiamo, un successo, diventerà un precedente e un punto di riferimento per future implementazioni anche presso altri clienti del vendor”.